IL SOGNO INFRANTO DI RE GIOACCHINO MURAT

Il 13/10/1815 Gioacchino Murat il Re di Napoli che si firmava Gioacchino Napoleone dopo un processo farsa del regime borbonico veniva condannato alla pena della fucilazione da eseguirsi entro 15 minuti dalla notifica all’interessato. Dopo la stessa il corpo del re fu portato nella Chiesa di San Giorgio dove fu seppellito nella fossa comune. Non abbiamo altre informazioni sulla vicenda. Solo che a San Giorgio esistono ben 11 fosse mortuarie delle quale 10 a carattere famigliare ed una sola grande destinata a fossa comune. Quella grande che riempie la parte bassa della Chiesa dall’ingresso fin sotto il Cupolone a sua volta presenta tra apertura chiuse con pesanti pietre di marmo di grosso spessore. Delle 10 restanti di 9 si conoscono i nomi dei titolari di una, invece, si ignorano. La fossa mortuaria comune aperta due anni fa, ha mostrato agli esploratori del passato, un letto di resti umani mescolati con le tavole delle casse mortuarie insieme ai resti dei lenzuoli nei quali venivano avvolti i morti di colera. La misurazione di questo letto di resti umani ha dato un risultato di circa 10 metri di lunghezza, cinque di larghezza e tre metri di altezza. Una massa enorme di resti umani all’interno dei quali giacciono quelli dei Re Gioacchino. Questo è il punto attuale delle ricerche che, tra grandi difficoltà di ogni tipo, vengono continuate dal Gruppo di Ricerche Ufficiali costituito dal Comune di Pizzo, dal Vescovo di Mileto, dal Parroco di Pizzo, dalla Murat Onlus nonchè dall’Arma dei Carabinieri e dalle Sopraintendenze ai Beni Culturali ed artistici nonchè archeologici competenti, insieme ad aziende specializzate del territorio. Le ricerche iniziate nel 1892 dai famigliari del Re Gioacchino, hanno avuto un epilogo particolare nel 1976 ed ora nel 2016 con l’apertura della fossa centrale e l’esplorazione visiva superficiale del suo contenuto. Tutto quanto scritto sopra è debitamente documentato, con atti, foto, video pubblicati o in pubblicazione sul presente sito.  

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