A partire dal presente mese di Gennaio 2022 visitare le sale del Museo Provinciale Murattiano di Pizzo è diventato certamente cosa più interessante. Il motivo di questo maggiore interesse è l’avvenuta collocazione di un grande dipinto del pittore Yurij KUKU raffigurante la fucilazione del Re delle Due Sicilie Gioacchino Murat (GIOACCHINO NAPOLEONE PRIMO). In essa sulla sinistra troviamo soldati della Guardia Reale Borbonica fatti venire appositamente da Re Ferdinando a Pizzo per la reale esecuzione. Erano truppe di stanza in terra di Sicilia ed esattamente a Messina. Le divise ricalcano fedelmente quelle originali dell’epoca e sono il risultato di accurate ricerche di esperti militari. Così come vengono fedelmente riprodotti sia gli armamenti che gli accessori tipo i colbacchi. Al centro voltato di spalle troviamo l’Ufficiale comandante il plotone d’esecuzione che secondo la tradizione concesse a Murat la facoltà di dare Lui l’ordine di sparare. Continuando sullo sfondo viene rappresentato in rigoroso abito secolare in Canonico Masdea, colui che accompagnò Murat fino alla fine e dal quale ottenne un documento attestante la sua confessione prima della morte. Da ultimo all’estrema destra Murat in abito civile per come ci è stato tramandato dal grande scrittore francese Alexander DUMAS con le mani sul petto intese ad aprire la camicia la camicia contestualmente all’invito ai soldati di sparare al petto e salvare il viso. Il grande quadro si trova collocato in alto al termine della scalinata che conduce al primo piano del Castello Murat in una posizione la più vicina possibile al luogo nel quale venne effettivamente fucilato il re il 13 ottobre del 1815. Con questa opera della fucilazione viene concluso, almeno per ora, il ciclo pittorico sulla tragedia murattiana di Pizzo iniziato nel 2017 con il grande quadro collocato nella Sala del Processo raffigurante lo Sbarco a Pizzo del Re per il tentativo della riconquista e riunificazione del suo Regno perduto.