ASSOCIAZIONE CULTURALE GIOACCHINO MURAT ONLUS DI PIZZO
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3° RIEVOCAZIONE STORICA MURATTIANA DELL’8 OTTOBRE 2006.
La Terza Rievocazione dello Sbarco, arresto, condanna e fucilazione del Re Gioacchino Murat, fatti realmente avvenuti in Pizzo tra l’8 ed il 13 ottobre del 1815, quest’anno avrà uno svolgimento diverso rispetto alle edizioni precedenti. Tale diversità è conseguente alla diversa fonte storica cui il Direttivo dell’Associazione ed il suo Presidente Dottore Giuseppe Pagnotta hanno attinto per la sceneggiatura della stessa. In particolare nella prima e seconda edizione la ricostruzione storica si basava sugli scritti di Alexandre Dumas risalenti a circa venti anni dopo lo svolgimento di quei tragici avvenimenti. Ora, invece, grazie sopratutto alla collaborazione del Dott. CARRABBA Agostino di Vibo Valentia, Consulente Storico dell’Associazione, il Presidente dell’Associazione è venuto in possesso di una copia del Libro “LA MORTE DI UN RE” edito a Vibo Valentia a cura di CAPIALBI e GASPARRI che pubblica integralmente il memoriale scritto dal farmacista di Pizzo Signor Condoleo A., testimone oculare dei fatti avendovi assistito all’età di 15 anni.
Sulla base di questa testimonianza, certamente la più accurata e precisa tra quelle disponibili, la Ricostruzione storica è stata integralmente rivista.
SCENA I. – Sbarco del Re con i suoi soldati. Come nelle altre edizioni avverrà nella rada di Pizzo Marina circa alle ore 10 del mattino di Domenica 8 ottobre 2006. Sulla spiaggia Murat incontrerà il doganiere BARBA, con cui avrà un breve colloquio. Al termine il Re prosegue con i suoi uomini salendo speditamente verso la Piazza di Pizzo attualmente Piazza della Repubblica.
SCENA II.- Incontro con i militari borbonici di stanza nel Castello di Pizzo. Giunto in Piazza Murat vede sullo Spuntone un drappello di militari borbonici. Si avvicina e si qualifica chiedendo loro di aiutarlo. Solo tre aderiscono mentre i restanti si allontano e scompaiono nei vicoli di Pizzo. Mentre fa ritorno dai suoi tutta la popolazione presente in Piazza si dilegua. Alla fine, pur essendo una Domenica mattina, in piazza restano solo Murat con suoi.
SCENA III. – Incontro con il DEVOUX. Da una Via laterale alla Piazza esce un ex soldato di Gioacchino Murat, un tale Devoux. Murat lo fa raggiungere da un suo soldato che lo invita al dialogo con il Re. Devoux di buon grado si presente al re e dopo avere ascoltato le sue richieste di collaborazione, scuotendo la testa, fa presente al Re la triste realtà di una Piazza vuota. Quindi lo invita ad allontanarsi da Pizzo dichiarandosi disposto a fornirgli anche un cavallo appena fuori dal Paese in Località LA PARRERA.
SCENA IV. Incontro con Donna Ascoli. Murat dopo un breve consulto con i suoi uomini decide di proseguire e di recarsi a Monteleone (Vibo Valentia) dove spera di avere una migliore accoglienza rispetto a quella ricevuta al Pizzo di Calabria. Intraprende la Salita di Via delle Grazie altrimenti detta dei morti, lungo la quale le donne di Pizzo molto curiose e certamente più coraggiose dei mariti salutano il Re mentre si allontana dal Paese per recarsi a Vibo. Quasi in cima alla salita passa dalla casa Caparrotta dove affacciata al balcone vede una Donna che aveva di già conosciuto in qualche altra occasione. Il Re la saluta dicendogli di riconoscerla. Le stesse parole gli vengono rivolte dalla donna la quale chiude il discorso dicendosi dispiaciuta di non poter fare nulla per aiutare il Re che tanto bene aveva fatto alla propria famiglia. Il Re saluta e si dirige alla Località Parrera che raggiunge subito dopo. Qui si ferma in attesa dei cavalli.
SCENA V. Trentacapilli e Pellegrino e l’arresto. Ritornando alla Piazza due gruppi armati al comando del capitano Trentacapilli e di un tale Pellegrino partono insieme dal Castello e si dirigono verso la Piazza coll’intento di raggiungere ed arrestare Gioacchino Murat. Giunti all’altezza della Fontana del Commercio si dividono: Trentacapilli sale dalla Salita dei Morti mentre il Pellegrino sale da Via Bardari e Via Bellavista. Trentacapilli giunto in Località Parrera inaspettatamente incontra il Re Gioacchino con i suoi. Ma dopo un goffo tentativo di arrestarlo deve abbandonare, per grave inferiorità numerica, la scena e ritorna al Castello dopo avere riattraversato la Via delle Grazie e la Piazza di Pizzo. Nel mentre gli uomini di Pellegrino, che avevano preso posizione sul muretto antistante il Municipio di Pizzo, da dove tenevano sotto tiro la Località Parrera, iniziano il fuoco contro Murat ed i suoi uomini. I murattiani rispondono e prendono posizione per una difesa sostenibili. Frattanto Murat dal basso, superato il brutto momento dell’incontro con il Trentacapilli si trova di nuovo in pericolo. Stavolta più seriamente che non con il Trentacapilli. Murat, infatti, ignora chi sono coloro che stanno tirando su di Lui e le sue truppa, e soprattutto ignora a quanto ammontino le forze avversarie che tentano di bloccarlo al Pizzo di Calabria. Per cui decide di ritornare alle navi. I suoi per coprire il Re intensificano il fuoco di sbarramento sulle truppe Borboniche e continuano a tenere le proprie posizioni. Il Re con pochissimi uomini ridiscende da Via delle Grazie. Giunto in Piazza si trova la strada sbarrata dalle restanti truppe Borboniche, fermamente decise a porre fino al tentativo murattiano. Dal Castello partono dei colpi. L’aiutante di campo Campana cade colpito e muore ai piedi del Re. Murat continua a scendere e affronta a viso aperto le truppe Borboniche, senza mai abbassare lo sguardo. Ma sa ormai che tutto è perduto e quindi si consegna al Comandante Trentacapilli, che lo arresta.
Scena VI. Murat in carcere (condanna e fucilazione). Murat ormai è in carcere presso il Castello di Pizzo. Una Commissione militare lo condanna quale nemico della Patria alla pena di morte da eseguirsi, per ordine espresso di Re Ferdinando, 15 minuti dopo la notificazione del dispositivo di condanna. Murat scrive un’ultima lettera di addio alla famiglia, riceve i conforti della religione ad opera del Canonico Masdea e quindi si prepara con grande dignità al grande momento della morte. Quella morte che infinite volte non era riuscita a prenderlo adesso avanzava velocissima senza che a Gioacchino fosse concessa nessuna seppur minima possibilità. Così all’età di 48 anni morì un grande di Francia, uno dei più grandi cavalieri di tutti i tempi, il braccio armato di Napoleone. Muore colui che rese concretamente possibile con la forza delle armi la diffusione in tutti i paesi dell’Europa dei principi all’epoca rivoluzionari della libertà, della uguaglianza e legalità.
Si informa tutti i lettori che il Direttivo dell’Associazione ha deciso di rendere biennale tale avvenimento e di fissare la IV Rievocazione Murattiana per giorno 12 Ottobre 2008.
Pizzo li, 6 Ottobre 2006
IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE MURAT
(Dottore Giuseppe Pagnotta)
N.B.: L’Associazione ha sempre bisogno di nuovi soci, soprattutto giovani. Tutti coloro che sono interessati a far parte dell’Associazione possono contattare il Presidente al n. 0963/532218 lasciando le generalità ed un recapito telefonico per poter essere richiamati e definire l’adesione.