Ci si domanderà, forse, donde è sorto in noi l’orgoglio di scrivere una storia de’ Borboni di Napoli dopo Cuoco, Botta, e Colletta. Risponderò con la maggiore semplicità: Dall’esser capitati nelle nostre mani moltissimi documenti che non erano, e non potevano essere conosciuti da queI tre grandi storici.

Cuoco scriveva gli avvenimenti che accadevano sotto i suoi propri occhi, e, quasi sempre, ne ha rilevati gli effetti senza poterne conoscere le cause. Botta e Colletta scrivevano nell’esilio: l’uno in Francia, l’altro in Toscana. Non fa dunque meraviglia che sien loro mancati i documenti. E quand’anche avessero scritto a Napoli, si sarebbero trovati nella stessa penuria di dati storici. L’Uomo che per uno spazio di ben 66 anni, non scrisse, ma fece la storia; l’Uomo che occupa da se solo più della metà del tempo in cui hanno regnato i Borboni sul trono di Napoli: Ferdinando primo, aveva prese tutte le possibili precauzioni perché l’Istoria mancasse di notizie quando venisse per lei il momento di registrare i suoi fatti e le sue geste.

Ma, fortunatamente, vi è una Provvidenza!

Sessant’anni dopo che tutti que’ documenti, salvo una sola ed unica raccolta, sono stati bruciati per mano del carnefice, un uomo guidato, come Mosè, da una colonna di fumo nel giorno, da una colonna di fuoco la notte, parte, si slancia dal Mar di Genova a Marsala; attraversa la Sicilia da Marsala a Messina; spicca un salto da Messina a Reggio; corre da Reggio a Salerno; piomba su Napoli, sfonda la porta di tutti questi regi secreti e dice alla storia : LAVORA ed alla Giustizia: FA QUEL CHE DEVI.

La Raccolta fatta per il solo Re Ferdinando, nascosta per sessant’anni agli occhi di tutti, questo lume, celato con tanta cura e che non ha potuto illuminare né Cuoco, né Botta. né Colletta, è la prima cosa che ci è venuta nelle mani.

Più, tutta la corrispondenza autografa del Re Ferdinando e della Regina Carolina col Cardinal Ruffo.

Tutta la corrispondenza autografa di Nelson, del Conte di Thurn, di Troubridge e di Sir Guglielmo Hamilton.

Infine i processi verbali, non solamente della morte di Francesco Caracciolo, ma ancora de’principali martiri del 1799, e del 1800.

Dopo ciò si capirà, spero, come io ho l’orgoglio di scrivere un’Istoria de’ Borboni di Napoli dopo quella di Cuoco, di Botta e di Colletta.                                                                                                                           A.DUMAS.

I_Borboni_di_Napoli_Vol. 1_2_pagine

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