L’incontro nel 1795 a Parigi con Bonaparte cambia completamente la vita di quel figlio di locandiere del Lot, passato dal seminario agli Eserciti nel 1787. Bonaparte ne fa il suo aiutante di campo e lo porta in Italia, poi in Egitto. In tante battaglie, questo emerito cavaliere giustifica il suo favore con un coraggio diventato leggendario, che si manifesta particolarmente a Marengo. La sua promozione è rapida, visto che ottiene il grado di Generale fin dalla campagna d’Italia. È lui , il 18 Brumaio, a sbaragliare con la forza il Consiglio dei Cinquecento, assicurando cosi il successo del colpo di Stato. Diventato comandante della guardia consolare nel 1800, sposa Carolina, la sorella cadetta di Napoleone. Quattro anni dopo, riceve il bastone di maresciallo, e nel 1805 è promosso principe dell’impero. Dopo la guerra contro l’Austria, durante la quale acquisisce gran lustro, viene nominato, nel 1806, Gran Duca di Berg e di Clèves. Guadagna la simpatia dei suoi nuovi sudditi con la sua clemenza. In seguito a nuove prodezze durante la campagna condotta contro la Prussia e la Russia, e in Spagna, ottiene nel 1808, dalle mani dell’Imperatore, la corona del regno di Napoli, lasciato vacante da Joseph Bonaparte asceso al trono di Spagna.
Ne modernizza l’amministrazione, abolisce il sistema feudale, e più dei suoi predecessori, guadagna il cuore dei Napoletani con i suoi modi schietti e lo splendore della sua corte. Non ottiene lo stesso successo nella sua lotta contro gli Inglesi che controllano la Sicilia. D’altronde tende ad emanciparsi un pò dalla tutela imperiale, ma la guerra contro la Russia, nella quale Murat riceve il comando supremo della cavalleria attenua queste tensioni. È lui a comandare la ritirata di Russia. Mentre resiste al nemico, pensa al suo regno e tratta con l’Inghilterra e l’Austria. Combatte a Dresde, a Leipzig, torna a Napoli il 24 ottobre 1813 e firma il 11 gennaio un trattato con l’Austria. Dopo l’abdicazione di Napoleone, Murat conserva il suo trono ma il governo di Luigi XVIII rifiuta di riconoscerlo e Talleyrand, al congresso di Vienna, si fa l’artefice del ritorno di Napoli al suo « legittimo sovrano ». In aprile 1815, dopo il ritorno di Napoleone dall’isola d’Elba, proclama a Rimini l’indipendenza dell’Italia, ma i suoi eserciti, dopo aver respinto gli Austriaci fino alle rive del Po, sono sconfitti e lui viene cacciato via dai suoi Stati. Tentando di sbarcare da Corsica in Calabria, è catturato e fucilato il 13 ottobre 1815.
Jean Tulard
Fonte: http://www.amismuseemurat.fr/Bio.aspx